Articolo ripreso da www.oukside.com, a questo link http://www.oukside.com/eyeon/integratori/item/olio-di-cocco-metabolismo
Cos'è e a cosa serve L'olio di cocco è un olio derivato dai grassi del cocco. Olio o burro sono termini interscambiabili in quanto la bassa temperatura di fusione fa sì che questo "olio" sia solido sotto i 24° C e liquido sopra tale temperatura. Va da sé che nella stagione calda sia visivamente un olio e in quella fredda un burro. Tradizionalmente utilizzato nella cucina orientale, ha preso piede nel Fitness in quanto contenente elevate quantità di acidi grassi saturi a catena media(MCT - Medium Chain Triglycerids): ecco perché è stato inizialmente demonizzato - l'espressione "acido grasso saturo" fa sempre un po' paura, anche ai più esperti. In realtà, proprio per la presenza di elevate quantità di MCT (fino al 65%), l'olio di cocco è velocemente metabolizzabile a livello epatico e non entra nei meccanismi di produzione del colesterono endogeno, contribuendo quindi alla formazione delle LDL (1). Al contrario, l'assunzione di olio di cocco sembra associarsi ad aumenti delle HDL ("colesterolo buono" - anche se questa espressione è del tutto irrilevante. Perché è importante Ma perché è importante utilizzare olio di cocco piuttosto che qualsiasi altro olio extra vergine in circolazione? Proprio per il suo contenuto di trigliceridi a catena media. Questo fa sì che il suo metabolismo sia più “veloce”, sia a livello epatico che periferico. Questo vuole dire che dopo l’assunzione di olio di cocco il livello di FFA circolanti nel sangue sarà aumentato più velocemente rispetto a quando si assumono tramite altri tipi di grassi alimentari. Inoltre, a livello cellulare (nel mitocondrio) questo tipo di acidi grassi non necessita di un trasporto attivo (tramite shuttle della carnitina, che vede coinvolti gli enzimi carnitina palmitoil transferasi I e II). Questo significa che gli acidi grassi a catena media vengono ossidati più velocemente e in maniera più semplice, per l’organismo. Questo è importante nei casi di “dimagrimento bloccato”, quando si vuole ripristinare una buona flessibilità metabolica, in quanto permette ai mitocondri di incamerare acidi grassi con cui produrre ATP e quindi indurre l’attivazione delle vie metaboliche predisposte a “bruciare i grassi”. Quanto, come, quando Non sarebbe una cattiva idea introdurre abitudinariamente l’olio di cocco nella propria dieta, utilizzandolo per cucinare (è utile anche per questo, avendo un punto di fumo molto elevato) e rosolare particolari alimenti. Ma quando e come utilizzare l’olio di cocco per migliorare il metabolismo e sbloccare il dimagrimento? Si possono distinguere queste situazioni:
Ripristino della flessibilità metabolica L’argomento è affrontato nell’articolo sulla flessibilità metabolica, dove l’indicazione è quella di utilizzare l’olio di cocco come segue:
Riattivazione dell’ossidazione lipidica a seguito di assunzione di carboidrati Nei protocolli di dieta ciclica è presente una ciclizzazione di carboidrati per far sì che l’organismo passi da una situazione di catabolismo a una di anabolismo, sfruttando i benefici della restrizione glucidica ma anche quelli di una grossa assunzione di nutrienti. In questi protocolli si cerca di fare andare l’organismo a grassi, il che vuol dire che si cercano di indurre tutte quelle vie metaboliche che hanno a che fare con il metabolismo lipidico, tramite dieta high fat low carb. Questo tipo di dieta, infatti, stimola la cosiddetta rete sensore dell’energia cellulare (AMPK/SIRT/PGC-1α) aumentando l’ossidazione lipidica (2). In questi protocolli è però opportuno inserire, di tanto in tanto, o in maniera programmata e strutturata, delle ricariche di carboidrati o carb loading, o dei semplici pasti liberi o cheat meal (da non sottovalutare l’aspetto psicologico della dieta: nessuno vive senza cene fuori per più di 2-3 settimane). Cosa succede quando si introducono ingenti quantità di carboidrati? Teoricamente, per i cambiamenti indotti dal tipo di composizione di macronutrienti, l’organismo dovrebbe mantenere la sua capacità di ossidare i grassi anche dopo la ricarica. Ma perché non associare ad essa qualcosa che scongiuri la possibilità che l’organismo “esca fuori” dal metabolismo lipidico, anche fosse per solo qualche ora? La strategia per fare ciò è un sapiente utilizzo dell’olio di cocco. Quando? Dopo l’assunzione di carboidrati (molte ore dopo: 12-16 ore), per ripristinare la “normale” alimentazione lipidica o iperlipidica. Utilizzo dell’olio di cocco nella dieta chetogenica Per quanto detto l’olio di cocco stimola le vie del metabolismo lipidico. Questo è anche il principale obiettivo da ottenere nel corso di una dieta chetogenica, per far sì che ci siano elevate quantità di Acetil-CoA (derivante dal metabolismo dei grassi) per la produzione di corpi chetonici. L’olio di cocco aiuta in questo? Certamente! Tanto che è stato proposto un modello di dieta chetogenica con acidi grassi a catena media - Medium Chain Triglyceride Ketogenic Diet (MCTKD) (3) per il trattamento dell’epilessia farmaco resistente. L’assunzione di elevate quantità di MCT permetterebbe, addirittura, di inserire piccole dosi di carboidrati nella dieta chetogenica, mantenendo lo stato di chetosi. In sostanza: l’olio di cocco è fortemente chetogenico per la sua presenza di acidi grassi a catena media. Quindi, se volete indurre la chetosi, specie nelle prime fasi della dieta chetogenica, o in momenti in cui per un motivo o un altro il corpo ha rallentato la produzione di chetoni (stress, attività fisica, assunzione di carboidrati più o meno volontaria), l’olio di cocco non è solo un alleato, ma un combattente in prima linea. Effetti collaterali L’olio di cocco è un alimento lipidico, un olio che può essere utilizzato tranquillamente senza controindicazioni. Chiedere degli effetti collaterali dell’olio di cocco sarebbe un po’ come chiedere degli effetti collaterali dell’assunzione di olio extra vergine di oliva. La differenza con gli altri oli è che potrebbe determinare una maggiore velocità della motilità intestinale o, in alcuni casi, diarrea, sicuramente se si eccedono certe dosi (30-40 g in un’unica assunzione). Riferimenti
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LA VITAMINA K
AMPK, UNA MOLECOLA INTERESSANTISSIMA SUCCHI DI FRUTTA FARE GLI ADDOMINALI FA DIMAGRIRE? COS'È E COME FUNZIONA IL DIGIUNO INTERMITTENTE LE SCELTE ALIMENTARI PER IL FABBISOGNO DI FERRO I BENEFICI DI ACQUA E LIMONE, TRA MITI E REALTÀ IL CORTISOLO – STRESS E ALIMENTAZIONE OLIO DI COCCO: MIGLIORA METABOLISMO E DIMAGRIMENTO FOOD REVIEW: SEMI DI CHIA FRUTTA SECCA ALLERGIA O INTOLLERANZA ALIMENTARE: DIFFERENZE E PECULIARITà WHEY PROTEIN I GRASSI CATTIVI IMPARIAMO A CONOSCERE I GRASSI ALLENAMENTO ED ESERCIZI ANTICELLULITE: TRA MITI E REALTÀ VITAMINA D: CONSIDERAZIONI SUL FABBISOGNO GIORNALIERO PROTEINE E DANNI RENALI: IPOTESI E REALTÀ IL MAGNESIO: UN MINERALE TRA I PIÙ "PREZIOSI" ASSUMERE COLESTEROLO FA VENIRE IL COLESTEROLO? |